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Stare da soli è facile e altre volte molto difficile. Stare in due, è quasi sempre complicato, richiede sacrifici, e ha quella capacità di appagarti tanto, come farti stracciare le budella. Nel tempo impari tante cose, una è senza dubbio che voler cambiare il proprio uomo secondo le nostre aspettative, non ci renderà vincenti ma solo delle grandi rompicoglioni. Poi prenderemo coscienza, forse saremo meno impulsive, e l’esperienza alcune volte ci renderà più esigenti, intollerabili e poco inclini a buttarsi.

Siamo così, Freud lo diceva, mettiamo in atto meccanismi difensivi.

E Dio sa quanto lo facciamo nelle relazioni a due, dove non sappiamo cosa pensa l’altro, dove la questione controllo è solo una mera illusione, e che nel mezzo ci sono talmente tante emozioni da renderci vulnerabili.  Ecco che facciamo un passo indietro e ci chiudiamo.

Ma a che prezzo? Spesso alto. Ci raccontiamo di non trovare nessuno, affermando che fuori, l’universo sia maschile e femminile è un vero disastro, ma soffermiamoci un momento: quanto siamo capaci di mettersi in discussione.

Venerdì sera ho partecipato ad una cena con perfetti sconosciuti. L’invito avviene tramite una mia amica e il suo ragazzo. La cena si è trasformata in una specie di terapia di gruppo, sono emerse emozioni, desideri e vissuti tutti riconducibili ad unico argomento come avere una relazione stabile.

Oggi è la domanda delle domande, e in molti, oltre al come mi domandano se è davvero possibile averla.

Io dico di si, ma per stare in due è necessario impegnarsi, uscire dal proprio orticello e vedere anche quello del tuo compagno/a e in molti casi fare quel passo indietro per raggiungere obiettivi comuni.

Ma prima di tutte queste cose dette, che messe così possono sembrare un grande ammasso di roba psicologica e basta, io dico, ma in fondo quanto parlate davvero?

Cioè, non le chiaccherine del tempo-del-lavoro-e-allora-tutto-bene-guardiamo-la-televisione e buonanotte; no quando domando se comunicate io intendo i vostri stati emotivi, sensazioni, disagi e cosa pensate.

Lo fate?

Siate onesti, quanti avete detto di no.

E’ faticoso, alcune volte doloroso, e poi la quotidianità, la presunzione di voler aver sempre ragione, la predisposizione dell’altro, insomma tutta una serie di elementi che non ci faranno comunicare con il proprio partner. Premetto il domandare come stai, come ti senti, o il cosa pensi, non deve essere inteso come un interrogatorio, ma un confronto per non smettere di conoscersi o dare per scontato l’altro. In base alla mia esperienza, dove c’è una buona comunicazione sono presenti anche altri due elementi molto importanti.

– CORTEGGIAMENTO

– ESCLUSIVITA’

Il corteggiarsi nonostante il tempo e le mille cose, non parlo solo in termini erotici, (sia chiaro se alla fine si arriva a quello ancora meglio), ma più in termini di seduzione, concedersi attimi, momenti per voi, un pranzo, un caffè inserito nella frenesia dei figli-scuola-lavoro-ginnastica-carriera è qualcosa che rompe la routine.

L’esclusività: quello che siete insieme è unico e non replicabile.

Il vostro compensarvi tra pregi e difetti, il come fate pace dopo una discussione, o come coltivate i vostri interessi, questo è vostro: quindi esclusivo.

UNA COPPIA IN EQUILIBRIO  E’ UNA COPPIA SAGGIA

Con questo, non ho certo la pretesa di fornire una ricetta per la felicità di coppia, ma un suggerimento che deriva appunto, dall’osservazione su cio’ che funziona all’interno delle dinamiche amorose e sentimentali.

Quindi, carissimi, parlate, parlate e ancora parlate, divertitevi, sdrammatizzate, e buttatevi perchè il percorso lo state facendo insieme non da soli. 

Puoi richiedere una consultazione psicologica online per fare il punto della tua situazione.

La consultazione psicologica online non ha finalità psicoterapeutiche, ma serve per fare il punto della situazione sulla problematica portata per valorizzare le risorse esistenti e comprendere come riportare l’individuo a uno stato di benessere.
La consultazione online è utile per comprendere se l’intervento psicologico fa al tuo caso e per decidere se proseguire con una terapia psicoterapeutica. 

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